attestazioni
Hanno detto...Excellent styliste, multi-instrumentiste, il utilise l’accordéon avec poésie et raffinement.
Nos renconttìres on toujours témoigné de nos affinités musicales.
A l’occasion de cet enregistrement, j’ai beaucoup apprécié les qualités de ses complices et amis musiciens.
Avec ses possibilités multiples, Valerio a sa place dand le monde merveilleux de la musique et je lui soihaite une belle carrière.
Valerio Chiovarelli con il suo nuovo sistema ci indica un’inedita e interessantissima strada da percorrere alla scoperta di un nuovo modo di gestire l’armonia sulla fisarmonica. Chi conosce questo strumento nella sua versione originale e quindi a bassi standard (o sistema Stradella), conosce bene i limiti di questo sistema nell’approcciare armonie più complesse, poiché pensato per un accompagnamento basilare con accordi maggiori, minori, settima dominante e diminuiti, questi chiaramente possono essere combinati dal musicista più esperto per creare nuove armonie, ma senza dubbio rimangono fin troppe le limitazioni di questo sistema per crearne certe altre. Nel tempo le modifiche apportate su questo strumento sono state diverse, le più significative quelle dei vari sistemi a bassi sciolti che furono grandissime innovazioni che diedero la possibilità a questo strumento di approcciare la musica colta. C’è da dire che anche i sistemi a bassi sciolti portano con se diverse difficoltà nella gestione di certe armonie, come alcuni voicings a 4 voci oltre alla voce del basso che risulterebbero molto macchinosi e a volte impossibili da realizzare.
Il CJS sembra essere l’anello di congiunzione fra il sistema a bassi standard e quello a bassi sciolti. Il Sistema è pensato per far suonare bassi, contrabbassi e bicordi precombinati ; con gli intervalli che si vengono a formare si può avere finalmente facile accesso a tutta una serie di armonie fino ad adesso inaccessibili o quasi con tutti i sistemi fin ad ora pensati. Sembra paradossale ma il fatto di avere meno voci all’interno degli accordi precombinati ci da la libertà di poter suonare molti più accordi, altrimenti impossibili da realizzare. Questa senza dubbio è una grande innovazione che sono sicuro verrà accolta con grande interesse dai musicisti esperti e da tutti quei musicisti che ne capiranno la grandezza.
Quando le istituzioni musicali come il Conservatorio si decideranno ad aprire delle classi di Fisarmonica Jazz non potranno non tenere in altissima considerazione l’idea di insegnare questo sistema. Accettare il cambiamento e il divenire non è sempre cosa semplice, però è indispensabile per crescere e migliorare. Il mio personale ringraziamento per aver ideato questo geniale sistema va quindi al Maestro Valerio Chiovarelli che mi pregio di chiamare amico.
complimenti per il sistema dei bassi e la sua possibilità di ottenere la gamma totale degli accordi che senz’altro funziona nella musica jazz. Noto infatti che i musicisti jazz utilizzano i bassi in modo diverso rispetto ai miei tempi (“un-pa, un-pa”), oserei dire “più armonioso”. Per quanto riguarda la musica “classica”, nelle mie trascrizioni ho problemi con l’accordo di quinta eccedente e con i ritardi in quanto l’accordo completo anticipa la nota che ritarda e a volte disturba quando l’accordo deve risultare incompleto, non essendo possibile eliminare nessuna nota dell’accordo maggiore o minore (in questi casi utilizzo solamente il basso), con il suo sistema questi problemi non ci sarebbero, sebbene, come ben saprà, anche con gli accordi precomposti, si possono fare diverse combinazioni.
Devo riconoscere l’utilizzo di questo sistema, rispetto alle tre note, un po’ scomodo per l’esecuzione di musica classica dove gli accordi solitamente utilizzati sono pochi, e forse è per questo che viene denomina-to “Jazz System”; tuttavia potrebbe essere interessante nell’ambito della musica cosiddetta contemporanea, oggi molto eseguita, l’utilizzo di uno strumento standard unitamente ad un convertitore per il suo sistema. Non posso confrontare il suo sistema con la tastiera a bassi liberi che non conosco nella pratica: lei lo ha fatto? Da ultimo consiglierei di riportare in calce allo schema, oltre alle note scritte, anche i suoni effettivamente risultanti, in notazione musicale.
Nel salutarLa rinnovo i miei complimenti auspicando il meritato successo del suo lavoro.
La fisarmonica: uno strumento semplicemente complicato nella sua costruzione, in questo insieme perfetto e magico allo stesso tempo, c’è tanto spazio per nuove idee e innovazioni, come quella apportata dal Maestro Valerio Chiovarelli… Diventa interessante pensare che per aggiungere possibilità, si debbano togliere note alla tastiera. Infatti è così, facendo suonare solo determinate note sulle posizioni degli accordi possiamo ottenere infinite combinazioni a più voci… Ho sempre pensato alla fisarmonica come ad un pianoforte melodico, quest’ottima innovazione può ulteriormente avvalorare il mio pensiero sullo strumento… Con una buona conoscenza armonica, il suono della mano sinistra trova un ottimo bilanciamento sonoro ed una maggiore omogeneità tra gli accordi, come se si trattasse di un buon pianista accompagnatore… Ho solo studiato teoricamente quello che Valerio Chiovarelli propone, ma in futuro vorrò provare queste modifiche in uno strumento appositamente personalizzato! Consiglio questo sistema? Direi proprio di sì! Per tutti coloro che vogliono suonare pensando a quello che eseguono armonicamente, aprendo vedute, orizzonti e studio, per un utilizzo dell’armonia ancora più completo indipendentemente dal genere musicale che si sceglie… Buona musica. Saluti!
Con questo nuovo sistema la fisarmonica potrà finalmente affrontare anche i repertori armonicamente più ricchi in modo autonomo ed efficace! È una miglioria che nobiliterà ulteriormente questo strumento e che lo renderà anche molto utile sul piano didattico, favorendo la comprensione approfondita degli intervalli e degli accordi! Un plauso al Maestro Chiovarelli, per l’idea e per la dedizione nello svilupparla!
La storia della fisarmonica è anche la storia di intuizioni geniali, miglioramenti meccanici, fonici e strutturali. Il lavoro di ricerca decennale di questo raffinato musicista polistrumentista, si pone l’obiettivo di superare i limiti ed ampliare le possibilità che i bassi standard della fisarmonica attualmente offrono. Storicamente, riguardo alla fisarmonica classica, anche i bassi sciolti sono nati per sopperire a tale limite ed avere una estensione completa del manuale sinistro, ma il lavoro di Chiovarelli si inserisce soprattutto in un’ottica jazzistica, senza snaturare la struttura base dei bassi standard, semplicemente razionalizzandolo e riorganizzandolo. L’intuizione principale sta nel riconsiderare la composizione stessa degli accordi dei bassi standard, finora per comodità e semplificazione esecutiva fissati nei principali accordi composti da tre note: le triadi maggiori, minori, di settima di dominante e di settima diminuita. Tutto ciò escludeva però voicing più complessi e particolari, usati espressamente nel linguaggio jazzistico. L’uso dei bicordi (maggiore, minore, tritono e quarta giusta) al posto delle triadi, apre una possibilità di combinazioni stupefacenti, andando a coprire praticamente tutti gli accordi possibili. La vasta scelta della costruzione di voicing nella musica moderna dischiude un panorama sonoro nuovo, interessante ed inesplorato per la fisarmonica. Il sistema armonico Chiovarelli Jazz System è un lavoro prezioso, importante ed innovativo che sicuramente attirerà l’attenzione di tutto il mondo fisarmonicistico, ma in particolare di coloro che si occupano di jazz, ricerca e nuovi linguaggi espressivi.
Tempo fa avevo chiesto ad Antonello Messina di sostituirmi per due sere in uno spettacolo a Berna, la sua città. Qualche giorno più tardi lui mi richiamò chiedendomi il permesso di modificare alcune mie composizioni che facevano parte di quel repertorio, poiché i bassi della sua fisarmonica non contemplavano gli accordi di settima diminuita. Ovviamente acconsentii, ma poi incuriosito volli saperne di più: Antonello mi spiegò che per poter eseguire un repertorio orientato al jazz modale aveva fatto sostituire quelle armonie con degli accordi per quarte, aggiungendo che in passato Tommy Gumina era andato ben oltre, combinando i terzetti in funzione bitonale. Devo dire che non avevo mai pensato ad un intervento del genere: quando per qualche ragione mi servivano degli accordi particolari nei bassi, in genere sovrapponevo due triadi (con risultati non sempre ben calibrati) o aggiungevo note supplementari aiutandomi con la mano destra. Così quando Valerio mi ha contattato ho subito capito che la sua intuizione andava nella giusta direzione, combinando praticità e duttilità. Per qualche giorno mi sono trovato a “suonare” la sua fisarmonica muovendo le dita sul foglio che riproduceva il suo sistema, “ascoltando” gli accordi che ne risultavano e scoprendo combinazioni sempre nuove. Alla fine di questo percorso mi sono reso conto che quello strumento può offrire un panorama armonico pressoché infinito, non dissimile da quello contemplato dal pianoforte; e che inoltre, a differenza del sistema Gumina (che non conosco nel dettaglio, ma qui mi affido all’indiscussa competenza di Antonello) consente di spaziare dalla musica popolare sino al jazz più complesso, senza limitazioni di sorta. Per questo sono grato a Valerio, che ha sicuramente aperto nuove prospettive al nostro strumento.
CJS è, secondo me, il risultato di un rapporto profondo del musicista con lo strumento, un amore che lo porta a superare i limiti che la fisarmonica ha nei bassi standard, senza dover cambiare concezione andando nei bassi sciolti. L’idea di base, semplice e geniale, apre le porte non solo al repertorio jazz, ma anche a molto altro. Io nasco organista, abituato alla leggerezza armonica della mano sinistra in combinazione con la pedaliera, che qui ritrovo nella combinazione dei bassi e dei bicordi, in posizioni semplici ed intuitive.
Questo Lavoro di Valerio Chiovarelli – condotto con serietà e competenza – è un avvenimento per la fisarmonica, aprendo possibilità armoniche fin ora inesplorate.
Ho iniziato la mia attività musicale con la fisarmonica e dopo pochi anni ho iniziato a studiare tastiera /pianoforte però man mano che progredivo con la mano sinistra sul pianoforte soffrivo sempre di più i limiti oggettivi dei bassi standard della fisarmonica. C’era tra i fisarmonicisti una sorta di accettazione generale inconscia di questi limiti che si sopportava facendo 3.000 note o accordi con la mano destra .diciamo che ci si accontentava .Più studiavo pianoforte jazz e meno mi bastava quel che ottenevo con la fisarmonica al che ho deciso di farmi uno studio personale sui bassi cercando di ottenere un risultato più simile alla mano sinistra del pianoforte sia a livello ritmico che armonico. Dopo vari anni di studio (per ottenere gli automatismi sufficienti con la mano sinistra per liberare creatività con la mano destra) devo dire che ho ottenuto più di quello che speravo, cioè ho ottenuto giri completi con le quadriadi di tutti e 7 i gradi della scala maggiore e alcune varianti sugli accordi, in pratica ho ottenuto accordi di: 7+, min 7, 6, min 7 +, min 6, 7+/5+, 7+/9, min 9(con la 7 mag e con la 7 min), 7/9b,7/9, sus 4,11, 11#(con il limite che c’è anche la 13), 7/11#(con 13), 7/5b, semidiminuita (min 7/5b), insomma tutto quello che si poteva ottenere sovrapponendo due triadi (con due bottoni suonati contemporaneamente) o usando un basso con una triade non sua (esempio Solb contrabbasso di RE con Do7 per ottenere Solb 7/5b o Do7/5b con la 5b al basso) e devo dire che si possono suonare in questo modo tutti gli standard jazz però bisogna essere coscienti dei limiti rimasti che sono: 13 (si può ottenere ma c’è la nota fondamentale al posto della nona e la 7 suona nella stessa ottava della 13 il che non va bene), 13b, 5+(si può ma c’è anche la 7+ oppure la 9), 5b (si può ma c’è anche la 7 ),6/9, min 6/9, le quarte sovrapposte, 9#(si potrebbe ma il 3 suona spesso sulla stessa ottava della 9#) e varie combinazioni con gli accordi alterati.
Avendo cura di non usare il master con i bassi (per evitare ottave sovrapposte su ogni suono), è preferibile il suono più scuro/morbido che avete a disposizione, si possono ottenere buoni risultati con i bassi standard ma per certi versi (gestione delle ottave, gestione dei rivolti, alcuni accordi impossibili da ottenere) siamo ancora lontani dal pianoforte.
Un salto in avanti rispetto ai bassi standard è sicuramente il sistema armonico Chiovarelli Jazz System in quanto riducendo ogni triade a un bicordo aumenta notevolmente le combinazioni ottenibili e copre il vuoto degli accordi citati prima impossibili da ottenere con i bassi standard, si possono sovrapporre terze mag, terze min, quinte diminuite, quarte. Non ho ancora potuto provare il sistema personalmente ma sulla carta sembra molto intuitivo e mi immagino già tutte le combinazioni possibili, consiglio sicuramente questo sistema al fisarmonicista che vuole ottenere tutti gli accordi con la mano sinistra ed è pronto a rinunciare alle triadi ottenute in modo canonico (e facile) a favore di un armonia costruita a coppie di due note .
Una ulteriore alternativa sarebbe il sistema free bass cromatici (per terze minori), ritengo che sia attualmente il sistema più completo (non solo per la musica classica ma anche per il jazz )in quanto le note singole ti consentono di fare arpeggi anche ritmici su qualunque ottava, puoi scegliere i rivolti su ogni accordo, puoi costruire qualunque accordo con una concatenazione tra gli accordi molto simile al pianoforte ma con più estensione data la vicinanza dei bottoni però è un sistema da studiare per anni prima di ottenere un buon livello di pratica sugli accordi, studiare jazz con i free bass è consigliabile a chi li sa già suonare .per chi suona esclusivamente i bassi standard sarà sicuramente più facile passare al Jazz System di Valerio Chiovarelli.
Per anni ho realizzato sezioni di motori nautici e motociclistici, pezzi unici che fanno bella mostra nei salotti dei collezionisti committenti. In questa attività ho imparato molte cose ma in particolare ad apprezzare le soluzioni genialmente semplici e lineari che mi consentivano di capire perfettamente la struttura del motore, smontarlo, sezionarlo e rimontarlo in modo coerente senza dubbi o errori. Cosa fondamentale, perché quel gioco consisteva nel rendere visibile il maggior numero possibile di particolari interni senza alterare la struttura del motore che, azionato a mano, doveva compiere tutti i movimenti richiesti. Forse l’ho presa alla larga ma l’idea di Valerio Chiovarelli mi ha improvvisamente ricordato quelle frequentazioni perché in fondo c’è un filo conduttore che le unisce. Chiovarelli riflette sulle cose e, invece di aggiungere, toglie senza snaturare. La sua è un’impostazione fordiana, basata sul ciò che non c’è non si rompe. Come è noto nella fisarmonica tradizionale a bassi standard, la bottoniera posta a sinistra permette di eseguire un buon numero di accordi premendo un unico tasto. Ora se da una parte ciò è una comoda trovata geniale, dall’altra presenta alcuni limiti quali l’impossibilità di modificare la forma dell’accordo e la disponibilità di accordi utili solo per alcuni generi musicali. Per uscire da questa strettoia ci sono due possibilità: realizzare una bottoniera con possibilità più aperte (modello a bassi sciolti), cosa che però necessita di un studio particolare, o rivoluzionare completamente la parte di sinistra, dotandola di una tastiera perfettamente uguale a quella di destra (come ho fatto con il bercandeon che però, per una serie di motivi, è solo lontano parente della fisarmonica). Ma entrambe le soluzioni vertono su strumenti costosi, alquanto differenti da quello di partenza. Quella individuata da Chiovarelli non segue nessuna delle due, è semplice e conservativa: la trasformazione non solo non modifica la fisionomia dello strumento ma addirittura può essere introdotta in esemplari già esistenti. La bottoniera non muta aspetto, solo attiva combinazioni più semplici che, proprio per questo, consentono una inimmaginabile apertura armonica. Ovviamente bisogna dimenticare le formule acquisite o rivisitarle con altra prospettiva, ma l’immutata disposizione dei bottoni e il sostegno di una chiara logica operativa dovrebbero facilitare alquanto il compito.
Il Maestro Valerio Chiovarelli ha avuto un’idea semplice ma allo stesso tempo geniale!: “smontare” l’idea preconfezionata degli accordi, innovativi nel secolo scorso, modernizzando le possibilità armoniche e timbriche, senza i limiti del passato, proiettando il mondo fisarmonicistico nel futuro, anche da un punto di vista compositivo. Giant Steps!